GRIS, la nostra recensione

Screen del titolo del gioco in game

Oggi mi trovo a parlarvi di un gioco che mi ha incuriosito fin dalle prime immagini dal suo trailer mostrato alla famosa E3. Stiamo parlando di GRIS, un platform game indie, creato da Nomada Studio e pubblicato da Devolver Digital, ormai conosciuto per la pubblicazione dei fantastici capitoli di Hotline Miami.

Cosa mi ha colpito di GRIS?

La cosa più lampante di GRIS è questo particolare stile grafico, il quale sembra essere un quadro colorato ad acquerelli, per non parlare poi della splendida soundtrack, che colpisce subito dalle prime fasi di gioco. Inoltre ci troveremo catapultati subito in gioco senza alcuna spiegazione di trama, starà a noi capire quello che il gioco vuole dirci man mano. Oltre a ciò ci imbatteremo in un meraviglioso level design, sempre più ricco di dettagli, di colori e di geometrie, arrivando anche allo speculare.

Screenshoot in game

Di cosa parla esattamente GRIS?

Comincio premettendo che parlerò liberamente della trama e di ciò che ha significato per me questro gioco, quindi oltre ad essere una “recensione” molto personale ci saranno anche degli spoiler, quindi se volete giocarlo, fermatevi qui a leggere.

All’inizio il gioco ci mostrerà GRIS, la nostra protagonista, sul palmo della mano di un’enorme statua raffigurante una ragazza. GRIS proverà a cantare, ma senza riuscirci. Questo porterà alla rottura della statua che andrà in mille pezzi, facendo cadere GRIS al suolo. Comincerà così il nostro viaggio.

Ci troveremo ad affrontare un percorso attraverso vari stage in cui raccoglieremo delle stelle che creeranno delle piccole costellazioni che ci faranno da ponte e ci aiuteranno a progredire nel gioco.

All’inizio del nostro cammino il mondo sarà solamente una tavola bianca e nera (al massimo grigia), ma piano piano GRIS affronterà determinate emozioni e sensazioni che si tramuteranno in colori, così che questi cominceranno a ricolorare tutto quello che c’è attorno a noi. In oltre, la protagonista, apprenderà varie abilità che l’aiuteranno in questo viaggio attraverso l’accettazione.

Screenshoot in game

Gameplay e struttura del gioco

Ci troviamo di fronte ad un platform game, molto diverso dal solito, quasi unico! Il gioco è composto da vari stage (quasi a rappresentare le varie emoioni affrontate), con un level design sempre più complicato nel modo in cui è disegnato. In GRIS non esiste il gameover e gli enigmi non saranno mai frustranti nè troppo difficili, vi potreranno via poco tempo, così da non spezzare la magia del gioco. Anche la narrazione non esiste, è muta, infatti cercheremo di capire cosa il gioco vuole dirci solo attraverso le cutscene, ma i colori e la musica ci faranno ben capire cosa accade in quel momento.

Screenshoot in game

Un messaggio forte ed intenso

GRIS è un viaggio attraverso il dolore umano, qualunque esso sia, personalmente posso dire di averlo associato alla depressione, al non accettare sè stessi ed i propri sentimenti. Anche noi, come la nostra protagonista che non riesce a cantare, quando siamo attanagliati dal dolore ci chiudiamo in noi stessi, senza espimere quello che sentiamo, per molto tempo è stato così per me.

Pian piano, però possiamo trovare dei modi per andare avanti, capendoci, trovando la forza anche nelle cose più semplici e magari anche con l’aiuto di cui abbiamo bisogno, rafforzandoci e capendo come affrontare sempre meglio le situazioni che ci feriscono, proprio come GRIS, che per continuare la sua avventura cambia il suo vestito in modo da superare ogni ostacolo.

Alla fine del suo cammino, GRIS, troverà la forza per cantare, ricomponendo la statua della ragazza andata precedentemente in pezzi. Così poi da abbracciarla in viso e baciarla su una guancia, mentra dalla statua scende una lacrima. Ed ecco l’accettzione del dolore.

Ecco la riuscita del nostro intento, possiamo abbracciare noi stessi, magari ancora a pezzi, ma sempre noi stessi. Segnati da un forte dolore, ma non più soli, perchè ora siamo amici di noi stessi, il male fa parte di noi ed ora lo sappiamo, ma questo può renderci più forti, per continuare la nostra vita. Finalmente, assieme a GRIS che canta, possiamo parlare del dolore che abbiamo accettato e accolto redendoci ciò che siamo.

GRIS è arte, pur rimandendo un videogioco, è una piccola perla in mezzo ad un vasto mare.

GRIS è l’acettazione del dolore.

Screenshoot in game

Il mio amore per i videogiochi è nato proprio quando ero piccola, mentre seguivo le avventure di mio papà su PS One; in particolare quelle di Tomb Raider! Così semplicemente è nato questo amore, tutt'ora gioco su PS4, Switch e PC, per riuscire a giocare a tutto e a non perdermi nulla! I videogiochi fanno parte di me e ne sono fiera, quando ne parlo mi emoziono pensando a tutte le avventure che ho vissuto. Oltretutto con il mio amore per Tomb Raider ho anche incontrato il gruppo di Tomb Raider-Italia, di cui faccio parte come cosplayer, interpretando l'eroina che ammiro di più: Lara Croft. I videogiochi ci aiutano a combattere la realtà e ci danno modo di vivere esperienze increbili in grado di emozionarci ed appassinarci; quindi viviamoli fino infondo!

2 comments on “GRIS, la nostra recensione
  1. matteo ha detto:

    spettacolare questo gioco, mi ha incuriosito ed appassionato da subito. sicuramente un grande lavoro grafico e psicologico, felice di averlo nella mia switch.

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