Recensione – Daylight

Data di uscita: aprile 2014
Sviluppato da: Zombie Studios
Disponibile per: PlayStation 4, PC – SOLO DIGITALE
Genere: Horror / Survival / Prima Persona
Voto personale: 6.5/10
Daylight

Daylight

GIOCATO SU: PlayStation 4

 

Come sempre a caccia di giochi horror degni di nota, Daylight è stato nel mio mirino per molto tempo finché, grazie ai saldi di Natale sul PlayStation Store, è arrivato nella mia PS4.

Sviluppato da Zombie Studios, che ha operato dal 1994 per chiudere i battenti nel 2015, Daylight è un horror nello stile che tanto sta piacendo in questo periodo: molta angoscia, tanto buio, visuale in prima persona e, come molti altri giochi di questo genere, si inizia in un ospedale. Evidentemente gli ospedali fanno proprio paura, visto che sono presenti nel 90% dei giochi horror.

L’ho giocato tutto due volte (ovviamente ero a caccia dei trofei e del 100%), sia in modalità facile, sia in modalità difficile, e in entrambi i casi non si è rivelato un gioco complicato. Né tantomeno lungo.
Abbiamo quindi tra le mani un gioco breve e abbastanza facile. Ma, visto che il suo scopo è spaventare, posso dire che è anche molto inquietante, questo sì. Ed è anche completamente oscuro. Nel senso che non ho capito niente della trama, o quasi.

Daylight - Sarah

Daylight – Sarah

Ammetto di aver giocato la prima run senza badare troppo agli innumerevoli documenti che si trovano in giro: ho letto i primi, poi hanno iniziato ad annoiarmi e li ho raccolti senza più guardarli. Ma durante la seconda partita ho letto tutto e della trama ho capito poco ugualmente. Se non che si gioca nei panni di questa Sarah, che si ritrova inizialmente in un ospedale abbandonato, con in mano un cellulare e una voce maschile che le parla, non si capisce bene da dove (vivavoce?).
Proseguendo nel gioco si passa in una prigione, in una fogna, su un molo, in un bosco… e poi non voglio spoilerare il finale.

Il gameplay non è niente di complicato, si esplorano le location – quasi totalmente buie – e ci si illumina un pochino la strada con il cellulare, che serve anche come mappa, che viene disegnata sul display a mano a mano che si scoprono nuove stanze e corridoi.
Nella mano sinistra Sarah può impugnare dei bengala, che illuminano più del cellulare e fanno brillare alcune cassette, armadietti, scrivanie dove si possono trovare documenti, o altri bengala e razzi, che hanno un loro utile scopo.

Daylight - Esplorando si fanno strani incontri

Daylight – Esplorando si fanno strani incontri

Durante l’esplorazione non si incontra praticamente niente, ma la tensione è continua, perché ci sono mille rumori, scricchiolii, passi, cose che si muovono da sole, urla… questo almeno finché si impugna un bengala.
Questi infatti proteggono dalle “ombre“. Se si rimane solo con il cellulare, queste ombre si avvicinano e arrivano alle spalle in modo inaspettato, facendo fare dei discreti salti sulla sedia.
E qui subentrano i razzi: basta accenderne uno per dare fuoco alle ombre.
In mancanze di razzi e bengala, si può comunque scappare. Quindi la difficoltà è praticamente inesistente.

Daylight - Le ombre vi inseguiranno sempre

Daylight – Le ombre vi inseguiranno sempre

Scopo di ogni location è trovare un portale e relativo “sigillo”, per aprirlo e passare alla location successiva. Questi sigilli sono oggetti (credo) appartenuti alla stessa Sarah. Una volta raccolti partirà un brevissimo flashback (abbastanza incomprensibile, di solito).
Raccolto il sigillo la faccenda può diventare un pochino più difficile perché Sarah lo tiene nella mano sinistra, quindi non c’è modo di accendere razzi e bengala finché si trasporta il sigillo. Quindi bisogna ritrovare la strada fino al portale da aprire, correndo per evitare le ombre e senza modo di difendersi.

Daylight - Il sigillo in una mano e il cellulare nell'altra

Daylight – Il sigillo in una mano e il cellulare nell’altra

Detto questo, tutto sommato il gioco non mi è dispiaciuto e il fatto che sia così breve è un bene perché è abbastanza ripetitivo. Anche le frasi che Sarah dice ogni tanto, sono sempre le stesse, una manciata di frasi standard che recita di tanto in tanto (“oh mio Dio cos’era quel rumore”, “Ti prego fallo smettere”, “C’è nessuno?” e così via…).
Sarebbe stato gradito capire qualcosa della trama, questo sì.
Fa paura, questo è sicuro. Non c’è praticamente niente, ma l’ambiente, i rumori, e queste ombre che arrivano all’improvviso lo rendono decisamente inquietante.

Daylight - oggetti casuali nell'ambiente...

Daylight – oggetti casuali nell’ambiente…

Per i completisti una sfida aggiuntiva potrebbe essere il trofeo “Lupo solitario” che richiede di completare il gioco utilizzando un solo bengala. Tranquilli, sembra difficile, ma come già detto il gioco non è complicato, quindi è fattibile con un po’ di concentrazione e qualche corsa in più!

Insomma, è un gioco consigliato se lo si trova scontato sullo Store o su Steam, se si vuole intervallare con un gioco breve e se si ha voglia di un po’ di tensione ma senza tanto impegno.

 

NOTA: articolo originariamente scritto per il mio blog Vita Da Videogamer, riadattato per Gamesisters.

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